Il percorso d’asilo come igiene dell’infanzia moderna

L’asilo nasce nel momento in cui le donne costrette a lavorare non hanno più una struttura familiare allargata cui lasciare i piccoli che non hanno ancora l’età per l’apprendimento scolastico, e questo all’inizio è un luogo dove i bambini piccoli trovano accoglienza (asilo appunto), e dove le maestre (le giardiniere dell’infanzia appunto) coltivano la crescita spontanea del bambino proponendo giochi ed attività della tradizione popolare come facevano nonne e zie nelle famiglie patriarcali.

In seguito si è guardato all’infanzia come ad un tempo in cui il bambino è dotato di grande facilità di apprendimento e si è cominciato a proporre programmi da applicare ai bambini che rendessero utile e proficuo il tempo trascorso nella scuola materna.

I danni dell’iperstimolazione in età precoce

Oggi siamo arrivati a somministrare ai bambini libri da compilare già ai tre quattro cinque anni, dove tutta una serie di apprendimenti che farebbero parte della didattica del secondo settennio, vengono somministrati sempre più precocemente anticipando conoscenze intellettuali di logica, d’insiemistica, di pre-lettura e pre-scrittura proprie della scuola elementare.

Ai bambini viene chiesto di completare figure già disegnate o si danno loro fotocopie di disegni tutti uguali in cui la sola libertà del bambino consiste nello scegliere di mettere colori spesso però già determinati, e soprattutto si pretende da loro che non escano fuori dalle righe, senza accorgersi quanto tutto questo strida fortemente con la natura intrinseca del bambino di questa età, ma soprattutto senza rendersi conto che si manca di rispetto per la sua individualità profonda.

semi-di-futuro51Infatti nella sua fiducia il bambino si sottomette al falso bello che è un disegno già fatto, al colore che non è quello che vorrebbe mettere lui, ma soprattutto si bruciano attraverso spiegazioni logiche e morte tutta una serie di scoperte che il bambino potrebbe fare da solo entusiasmandosi come se fosse il primo uomo sulla terra a farle: infatti se dico per esempio al bambino che il verde nasce mischiando il giallo con il blu dov’è più la sua scoperta personale? come potrà stupirsi per tale meraviglia? E se la sua storta casetta gliela facciamo paragonare a quella stereotipa disegnata sul libro farà presto a concludere che il suo disegno è brutto e non vorrà più disegnare; ma soprattutto dove andrà a finire la libera creatività del disegno spontaneo infantile?

Ricordo un libro dove uno scoiattolo disegnato in cima alla pagina doveva arrivare a raggiungere una nocciolina in fondo alla stessa seguendo la via più diretta tra le tante disegnate. Ma perché lo scoiattolo deve raggiungere la nocciolina solo da quella e perché solo quella è giusta? E se volesse raccogliere altre noccioline lungo la strada e allontanarsi e poi deviare per bere al ruscello e ancora trovare una nuova casina, che male ci sarebbe? Forse se fosse un po’ più grande dei suoi 4 o 5 anni potrebbe farsi queste domande; invece proprio perché è piccolo noi gli stiamo insegnando che ci sono solo risposte giuste o sbagliate, se non sceglierà la stradina più breve sbaglia, neanche fosse un computer che nel suo sistema binario conosce solo questa modalità.

semi-di-futuro46Così facendo una terza via, la via del nuovo, del non battuto, dell’inedito, del creativo, dell’imprevedibile o in altre parole dell’io, che sta crescendo in quel bambino e chissà quali novità vuole portare in questo mondo, non viene affatto considerata. Siamo proprio sicuri che tutto ciò sia necessario soprattutto a questa età? E che questo favorisca la salute fisica e psichica del bambino così importante da conquistare invece in questa fase della vita?

L’asilo è inoltre l’epoca delle prime grandi febbri, delle malattie esantematiche prese da contagio, delle influenze e dei raffreddori presi a contatto con gli altri. Infatti mentre il bambino entra nel sociale incontrando gli altri bambini, deve rafforzare grazie a questo contatto la sua base individuale rappresentata a livello fisico dal sistema immunologico. La conquista della salute non nasce dall’assenza del contatto, ma dalla ripetitività dello stesso che rafforza la memoria immunologica rendendoci sempre più capaci di far fronte a ciò che ci è estraneo e non ci appartiene, così come il rafforzamento della personalità avviene grazie all’incontro con un tu con cui potersi confrontare.Tale memoria immunologia è radicata in ogni cellula dell’organismo del bambino ed è perciò importante ricordare che mentre il bambino viene a scuola è principalmente impegnato in tutta una serie di processi che riguardano la sua salute e la sua crescita organica.

semi-di-futuro6Gli anni dell’asilo sono perciò anni di grande instabilità: si può dire che non ci sia giorno in cui il bambino sia uguale a sé stesso, in cui il numero, la configurazione e la struttura intima delle sue cellule sia la stessa del giorno precedente: il bambino è impegnato in maniera intensissima con fenomeni che riguardano le funzioni vitali di base che sono la fonte della salute quali la respirazione, la nutrizione, la secrezione, la crescita, il mantenimento, la riproduzione cellulare organica che coinvolgono in sostanza tutto l’organismo. Sono processi delicati, continui, e la nostra attività scolastica deve tenerne conto, non deve interferire con questi o tanto meno minacciarli in qualche modo.

Possiamo in qualche modo favorire i bambini?

Questo è possibile se ci rendiamo conto per esempio che là dove proponiamo una fiaba stiamo dando sostanza immaginativa, stiamo nutrendo le forze creative del bambino. E come la digestione ha tempi individuali, così sarà bene raccontare più volte la stessa storia che avrà modo di essere assimilata lentamente ed in profondità e soprattutto, ogni bambino trarrà dalla stessa storia immagini differenti che nutrono il bisogno individuale diverso per ciascuno. Così se le maestre propongono un girotondo, con ritmi lenti, ripetuti, con gesti che li muovono tra dentro e fuori, con i bambini che mai vorrebbero smettere, stanno facendo qualcosa che è simile all’attività della respirazione che si alterna tra dentro e fuori e che non cessa finché siamo in vita. E quando si lasciano giocare i bambini liberamente nello spazio d’asilo, facendo in modo di assecondare ogni loro richiesta affinché possano realizzare ciò che con il gioco vogliono esprimere di sé, si sta favorendo il mantenimento della loro personalità e la loro innata fantasia creativa, con il rispetto che si deve ad un artista che stia realizzando la sua opera d’arte.

L’importanza del gioco

Nel gioco sono le mammine ed i papà che vediamo girare nei nostri asili con le loro bambole in braccio, sono i capitani e i marinai, sono i cagnolini e i loro padroncini, non importa cosa siano ma stanno conoscendo sé stessi, stanno sperimentando il loro sentirsi parte del genere umano, insieme alla fiducia ed alla voglia di porre il loro seme creativo nello spazio del mondo che gli sarà proprio.

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Il sonno

Un’ ultima considerazione riguarda i tempi del riposo, del sonno: tanto più piccolo è il bambino e tanto più il sonno gli permette di crescere ovvero sottrae alla coscienza uno spazio che diventa spazio di crescita, di assimilazione, di salute, così dobbiamo essere attenti somministratori di un sonno del fare, ovvero dobbiamo dosare sapientemente i momenti che destano la coscienza del bambino e quindi in qualche maniera assorbono le sue energie vitali, e momenti in cui, pur essendo i bambini svegli, non sottraiamo forze alla sua vitalità, lasciando il bambino vivere il suo sonno o meglio il suo sogno ad occhi aperti.

Ad esempio se ad un bambino propongo l’attività del telaio, gli sto chiedendo di porre attenzione e coscienza alla scelta dei fili, dei colori, all’alternanza di questi sul telaio, alle sue piccole dita che devono in maniera desta alternare i fili all’ordito. E’ vero che non è uno sforzo intellettuale che sarebbe molto più dannoso, ma è pur sempre un lavoro per la coscienza del bambino che si sta destando. Potremmo allora decidere di alternare a questa attività un momento di girotondo o di canzoncine dove il bambino si lasci cullare dal movimento ed agisca trasportato dal gruppo o dalla coscienza periferica che è quella della insegnante piuttosto che dalla sua.

Questo rispetto dei tempi del bambino è di fondamentale importanza in un‘epoca che non lascia più veramente ai bambini neanche il tempo di respirare, che li vede fuori casa dalla mattina alla sera, sempre impegnati, con ritmi incalzanti degni di un manager. E poi, quando si ritrovano soli spesso non sanno che fare, così abituati come sono a muovere la loro volontà sempre da uno stimolo esterno a loro e, da più grandi, corrono il rischio di riempire tale vuoto con droghe reali o virtuali.

Io credo che la scuola materna svolga un importantissimo ruolo igienico-salutare e non debba snaturarsi anticipando ciò che appartiene a fasi successive dello sviluppo del bambino, ma debba invece difendere con convinzione il ruolo di protezione della salute psico fisica delle nuove generazioni, in un’epoca che ci chiama ad una presa di coscienza sempre più profonda della missione che gli educatori hanno come modelli di riferimento per la civiltà del presente.

A cura di Valeria Vincenti